Chiesa di San Vigilio

NOTIZIE STORICHE

Fu fondata a Siena dalla famiglia Ugurgieri nel XI secolo ed istituita come parrocchia.
Nel 1131 fu donata ai monaci Camaldolesi da Guinigi di Ringhieri. Nel 1153 fu distrutta totalmente da un incendio e nel 1218 fu ristrutturata dagli stessi Camaldolesi che vi risiedettero fino al 1420, quando furono espulsi e la chiesa, il convento e la commenda andarono a personaggi illustri della Citta.

Nel 1556 venne ceduta alla Compagnia di Gesu’ e cesso’ di essere parrocchia.

Nel 1759, soppressi i Gesuiti, fu acquistata dai Vallombrosani che rifecero la facciata su disegno di Antonio Matteucci. Soppressi anche i Vallombrosani, nel 1798 i fratelli della Buona Morte chiesero a Papa Pio VI di istituirvi la Congregazione della Donazione Perpetua del Santissimo Sacramento.
Nel 1810, essendo stati destinati, il Convento e la Chiesa, a residenza della Prefettura dell’Ombrone, la suddetta Congregazione passo’ ad officiare nella chiesa di San Michele in San Donato. Quindi, nel 1816 il Granduca Ferdinando III fece dono di questo sontuoso locale alla Universita’ Senese. La Congregazione torno’ stabilmente ad officiare nella Chiesa di San Vigilio accollandosene il mantenimento e corredandola, grazie alle oblazioni dei Congregati, di ogni necessaria e conveniente suppellettile.La chiesa ha il soffitto ornato di quindici grandiosi comparti del pittore senese Raffaello Vanni con cornicioni intagliati e rosoni messi riccamente a oro.
Le cappelle e gli altari sono di ricchi e fini marmi.

ALTARE MAGGIORE

Fu fatto costruire dai fratelli Marcello e Lattanzio Biringucci. La tela che rappresenta Sant’Ignazio di Loyola in gloria

e’ un dipinto di Mattia Preti, detto il Cavalier Calabrese. In mezzo vi ha un ricchissimo ciborio tutto incrostato di pietre dure ed e’ ornato di laminette di bronzo dorato. Sotto la mensa vi sono molte reliquie di santi martiri, presumibilmente trasportate dai Gesuiti dal Giappone.

Lateralmente vi sono i quadri di San Tanislao e quello vaghissimo di San Luigi Gonzaga dipinti da Francesco Vanni con i plastici dorati, lavoro di Bartolomeo Mazzuoli.I tre affreschi sopra la nicchia dell’altare sono di Annibale Mazzuoli ed il frontone con San Vigilio e’ del Montorselli.

Segue, prossimo alla sagrestia, il deposito in marmo di Marcello Biringucci, benefattore delle scienze e arti senesi, scolpito da Bartolomeo Mazzuoli nel 1745.

 

ALTARE DEL SANTISSIMO NOME DI GESÙ

Questo altare sotto la sagrestia e’ di marmo, scolpito da Alessandro Redi e da Dionisio Mazzuoli. Il Nome di Gesu’ in bronzo dorato, il Sant’Ignazio, il beato Giovanni Colombini e il San Bernardino ad alto rilievo sono di bronzo al disegno del Bernino eseguiti in Roma per ordine del Cardinale Flaminio del Taja. Nel mezzo dell’altare vi e’ la reliquia di un santo martire di cui si conosce solo il nome di San Flaminio fatto riporre, si crede, dal Taja.

 

ALTARE DI SAN FRANCESCO SAVERIO

La tela di questo altare, anch’esso e’ tutto di marmo, e’ stata dipinta da Francesco Vanni; i due laterali esprimenti i miracoli del santo sono di Baldassarre Franceschini. La mensa ha forma di monumento con la reliquia di un santo martire.

 

ALTARE DELLA MADONNA DI LORETO

Anche questo altare e’ di marmo. In mezzo a un ornato di legno dorato e dentro a una cornice di bronzo dorato che sostiene il cristallo vi e’ la miracolosa immagine in statua di Maria Santissima di Loreto col Bambino Gesu’. Sotto l’altare un’urna con reliquie di santi martiri. I laterali sono dipinti di Francesco Vanni, uno esprimente l’Assunzione di Maria Vergine, l’altro il Trasporto della Santa Casa.

 

ALTARE DI SAN TORELLO

La tela di quest’altare e’ del Gambacciani, come pure i laterali, rappresentanti alcuni fatti del santo; anche sotto quest’altare vi e’ un’urna con reliquie di un santo martire. Il frontone e’ un dipinto del Romanelli.

 

ALTARE DEL SANTISSIMO CROCIFISSO

In questa cappella fondata dalla famiglia De Vecchi vi e’ un bellissimo Crocifisso gettato da Pietro Tacca Carrarese. I marmorei busti di Pietro De Vecchi e di Giulia Verdelli, sua consorte, sono fini sculture di Giuseppe Mazzuoli. L’urna che e’ sotto l’altare tiene racchiuse le reliquie del martire San Fortunato.
Quindi si trova l’altro monumento di marmo eretto nel 1658 ad Antonio Rospigliosi, gesuita e nipote del papa Clemente IX, opera dello scalpello di Giovanni Antonio Mazzuoli, scultore senese.

 

SAGRESTIA

Annessa alla chiesa vi e’ la sagrestia consistente in due grandiose stanze una delle quali e’ riccamente corredata di panchi e residenze di noce impiallacciate. Vi sono diversi affreschi di cui se ne ignora l’autore.

 

 

 

(Memorie della chiesa di San Vigilio conservate nella sagrestia della chiesa).